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Dopo il sisma, la gente cominciò a ricostruire le case crollate e a riparare quelle che erano danneggiate. Contemporaneamente fu iniziata la ricostruzione della chiesa parrocchiale, i lavori iniziarono intorno all’anno 1640, contemporaneamente a quelli della Cattedrale, con l’aiuto e l’incoraggiamento di Mons. Perrone, allora Vescovo di Nicastro. I fedeli, essendo assai poveri e duramente provati dal terremoto, collaborarono con prestazioni di lavoro gratuito. La nuova chiesa fu posta in modo diverso dalla precedente e nelle pareti laterali furono lasciati due grandi arcate, nella speranza di poter ampliare la chiesa in futuro. L’ala sinistra fu poi costruita contemporaneamente al corpo centrale, e i due archi del muro destro furono murati in attesa di tempi migliori. La volta a botte dell’ala centrale fu fatta alla fine del’700. Il lavoro fu eseguito da valenti maestri muratori che utilizzavano il pollice della mano e una stecca di legno per modellare sul posto i rosoni e gli altri fregi ornamentali, che adornano ancora oggi la bellissima volta dell’edificio. Nel VI libro dell’archivio parrocchiale, che riporta registrati i coniugati e i morti di S. Teodoro dal 1785 al 1822, si trovano alcune notizie sulla chiesa compilate dall’Arcidiacono del tempo Antonio Bruni, che prese possesso della parrocchia il 24 dicembre 1784, il quale dice:“dopo avere, con tanto dispendio, riassettata la parrocchial chiesa del glorioso e provvido S. Teodoro, speravo di incontrare in pace i giorni della mia vecchiaia, quando ecco mi accedo e tocco il muro della parte di dietro, che di giorno in giorno si andava lesionando e minacciava ruina per essere senza fondamento e sostegno. Mi raccomandai al gran S. Teodoro, perché mi desse spirito e modo di intraprendere altra cura più laboriosa e di gran spesa, come infatti il Protettore toccomi il cuore di allungare la chiesa, vedendo che era angusta ed il popolo numeroso; come pure di fare un comodo cimitero poiché tutte le sepolture si son trovate piene, ne avea locus sepeliendi. Quindi per riparare ambedue gli sconcerti, a nome di dio e di S. Teodoro, con spirito forte, incominciai ad ammassare il materiale, per fabbricare il Circolo di dietro in forma reale, con il beneplacito e disegno dell’ingegnere D. Claudio Rocchi, che disegnò pure l’altare in mezzo al Circolo ed il cimitero addietro alla Reale. La chiesa ora è allungata di altri 24 palmi e dove prima era l’altare grande, ora è piano di chiesa, tutto comodo per la popolazione. Si finì detta fabbrica dopo un anno, cioè il 1971, e tutta la cappella nuova, o sia Circolo rotondo, terminossi di stucco il 1972”. 

Don A. Bruni alla fine spese 300 ducati, anche con l’aiuto dei parrocchiani, raccomandando a tutti di ricordarlo con gratitudine nelle preghiere. L’ampliamento absidale della chiesa fatto alla fine del ‘700, aumentò la capienza dell’edificio e lo abbellì di molto, riprendendo gli stessi stucchi e rosoni della navata centrale. Nel 1833 la Congrega dell’Addolorata presente nella parrocchia prese l’iniziativa di ampliare la chiesa parrocchiale. Si costruì finalmente l’ala destra intitolata all’Addolorata, nella quale risiede tutt’oggi la statua dell’Addolorata molto venerata dai parrocchiani, come anche da tutta la popolazione nicastrese. La costruzione della nuova navata fu abbastanza celere; infatti, in un angolo del muro esterno, ad un altezza di cinque metri circa, è impressa la data del 1836. Quindi dopo tre anni dall’inizio dei lavori, la costruzione era a buon punto, anche se per la rifinitura ci vollero ancora quattro anni. Sul frontespizio di una colonna di questa navata, che sostiene l’arco centrale dell’ala dell’Addolorata, c’è questa epigrafe di ricordo, che essendo stata coperta da pittura, è venuta alla luce dopo i recenti restauri della Chiesa. Questa dice:

DOMINO B. V. M. PERDOLENTI, SUB ADM. R. NDI ARCH. MUNGO AC REGIMINE PIO IX PONTIFICE REGNANTE, BARONIS IANUARII STATTI LEGATO DUC. 118 ET 50 DUC. AEMILIAE NICOTERA VOTO CONGREGATIONIS FIDELIUMQUE OBLATIONIBUS, CAPPELLA HAEC EST CONDITA AC DICATA D. MDCCCXL JOSEPH LANZO SCRIPSIT.

Si ricorda in questo documento il legato di 118 ducati del barone Gennaro Statti, che tra le altre cose compare anche come finanziatore per la costruzione dell’altare centrale, il voto di 50 ducati di donna Emilia Nicotera, nonché le offerte dei fedeli e della Congrega per la costruzione dell’ala dell’Addolorata, che avvenne nel periodo in cui l’Arcidiacono D. Mungo era rettore della Parrocchia. La chiesa nella sua forma finale misura circa 200 mq.