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La Società laicale dell’Addolorata, che già esisteva dal 1702, volendosi trasformare in Confraternita, chiese ed ottenne il 5 dicembre 1826, il Regio Placet e l’approvazione delle Regole. Subito dopo l’11 maggio 1827 il decreto ottenne la ratifica da parte del vescovo di Nicastro del tempo Mons. Nicola Berlingieri.Le Regole della Confraternita contengono un proemio e ventidue articoli. Nel primo si invitano i confratelli a curare la devozione alla Madre di Dio, poiché da questa dipenderà la giusta osservanza delle regole seguenti. Gli articoli seguenti sono importanti per capire quale formazione umana e religiosa si voleva dare ai congregati e di conseguenza veniva anche respirata da tutta la comunità parrocchiale. Di particolare rilevanza il primo articolo recita: “cerchi con diligenza ciascun Fratello l’accrescimento delle virtù cristiane e fra le altre, l’umiltà e la carità, col vivere col Santo timore di Dio e lontano da ogni peccaminosa occasione; fuggir deve le cattive conversazioni, abborrire le mormorazioni e i disonesti ragionamenti, frequentare la Congregazione, esercitare le opere di pietà, rispettare gli Ufficiali della banca, ed amare tutti i Fratelli, specialmente l’Arcidiacono pro tempore qual Rettore Maggiore della Parrocchia e della Congregazione; e vivendo qualche Fratello immerso nei vizi, onde si renda pubblico scandaloso, deve il Padre Spirituale della Congregazione o il suo Cappellano fraternamente ammonirlo, e se non si emenda, sia in libertà del Priore di imporgli qualche discreta salutare penitenza in Congregazione, e persistendo nell’ostinatezza, possono allora gli ufficiali della banca cassarlo con la maggioranza dei voti segreti dei Fratelli”. Altro articolo molto importante era il n.4 che faceva obbligo a tutti i confratelli ad essere presenti in chiesa nelle domeniche e negli altri giorni destinati, per assistere alla Messa, celebrata dal Padre Spirituale. L’assemblea festiva si svolgeva così: “si reciterà il rosario; si contempleranno i sette principali dolori della Beata Vergine e si canterà lo Stabat Mater. Al segno del Priore dato col campanello, si sederanno e il P. Spirituale farà il sermone, secondo il corrente Vangelo. Dopo si canterà il De Profundis, la Litania e il responsorio della B. Vergine, ed infine dal P. Spirituale si dirà la Messa, che si deve applicare per tutti i Fratelli, Sorelle e Benefattori”. Chi arrivava in ritardo alla funzione festiva, era obbligato ad inginocchiarsi in mezzo alla chiesa e non poteva raggiungere il suo posto senza permesso del Priore.Inoltre tutti i confratelli erano esortati alla confessione mensile, nella quarta domenica del mese ad onorare l’Addolorata, e nella prima domenica a ricevere le indulgenze curando la devozione al Cuore di Gesù. Particolarmente sentita era la partecipazione alla solenne festa dell’Addolorata celebrata dalla confraternita la quarta domenica di settembre, intervenendo ai sette sabati, al solenne settenario di preparazione e alla processione, vestendo il sacco con il rocchetto violaceo. Si doveva visitare il SS. Sacramento nelle quarant’ore, i Sepolcri il Venerdì santo e di accompagnare il SS. Viatico. Tutti i Congregati dovevano partecipare ai santi esercizi spirituali che dovevano durare dieci giorni, “per maggior profitto delle loro anime”. I confratelli erano invitati a pregare al mattino alla sera e prima di iniziare il lavoro e di portare sempre addosso lo scapolare dell’Addolorata. Gli altri articoli riguardano l’organizzazione interna della Confraternita, le regole per entrare a farne parte, la gestione economica, con particolare attenzione alla cura delle salme dei confratelli, per i quali si invitavano tutti ad elevare preghiere di intercessione pro defuncto e la celebrazione di S. Messe di suffragio.La Confraternita per più di un secolo ha polarizzato buona parte delle attività pastorali della Parrocchia di s. Teodoro, con la sua forza aggregante e con grande beneficio spirituale per tutta la comunità, aiutando a far crescere i fedeli nella conoscenza della sacra Scrittura e ad una vita cristiana piena e autentica, favorendo la partecipazione ai Sacramenti e incentivando le opere di Carità.Tra le opere caritative della Confraternita particolare rilievo ebbe la costruzione di una Cappella, ancora esistente nel Cimitero della città.